Calderón:Il bue rifiutato dall'asinello
José Luis Calderón (La Plata, 24 ottobre 1970)
Dopo aver parlato di 2 dei magnifici 5 che il napoli ebbe nella tormentata stagione 97/98, adesso parliamo del terzo fiore all'occhiello della squadra di Ferlaino in quella stagione cosi sciagurata e cosi sfortunata culminata alla fine del torneo con una brutta retrocessione e con molti record negativi.
La storia ci insegna che Napoli è la città del “pacco”, come narrano le antiche tradizioni partenopee e recentemente anche un film dal titolo: «Pacco, Doppio Pacco e Contropaccotto». Ma in molti casi, come questo, la storia si ribalta, ed è stato il capoluogo campano che, calcisticamente parlando, ha dovuto incassare la beffa. Ma andiamo con ordine. E’ indispensabile tornare indietro nel tempo: in Argentina si seppe di un mite interessamento del Napoli al centravanti Josè Luis Calderon. Subito nell’estate successivaDaniel Passerella, l’allora trainerdella Nazionale argentina, convocò il giocatore per la Coppa America: sembrava già una grazia. E invece giocò addirittura diverse partite da titolare. I risultati, ovviamente, furono sconfortanti, ma la puzza di bruciato, che si sentiva fino alle falde del Vesuvio, non insospettì il Patrondel Napoli Ferlaino che non si fece sfuggire l’occasione e per “soli” 7 miliardi di Lire si aggiudicò “El Caldera” (come era soprannominato in Patria). Peraltro, senza dover battere la concorrenza di nessuno, visto che quella napoletana fu l’unica offerta presentata. La sua prima dichiarazione arrivato a Napoli fu assai bellicosa ma parecchio spavalda: «Sono venuto a Napoli per fare gol: ne farò più di Angelillo» (che, per la cronaca, ne realizzò 33 in una sola stagione!). La sparò davvero grossa: a conti fatti, totalizzò uno zero tondo tondo nella classifica marcatori, con la miseria di appena 6 presenze. A Gennaio viene mandato via dalla disperazione. Ha poi proseguito la sua carriera in Argentina, a parte un paio di esperienze in Messico (Amèrica ed Atlas). Del suo inglorioso periodo sul golfo napoletano resta solo una traccia: una rete segnata al Leffe in precampionato. Anche troppo per uno come lui, che è entrato di diritto nella storia dei “Bidoni” calcistici partenopei.
ecco una sua dichiarazione al suo arrivo a Napoli:«Io quest’anno in Argentina ho fatto trentuno reti. Angelillo qui ne fece trentatre’? Si ha sempre il dovere di inseguire i record. Ma a me trenta basterebbero» forse parlava dei minuti che avrebbe voluto giocare.