venerdì 5 aprile 2013

Dragan Stojković:Non riusciì ad essere Romeo

                                               Dragan Stojković:Non riusciì ad essere Romeo
Dragan Stojković ( 3 marzo 1965) Serbia
Ora parliamo di un giocatore arrivato nella città di Romeo e Giulietta agli inizi anni 90, un ragazzo che aveva impressionato nella sua nazionale, quando ancora si chiamava Jugoslavia, persino un certo Savicevic era al suo cospetto il secondo giocatore della nazione, un attacante rapido, dotato di una grande visione di gioco ma soprattutto un senso del gol come pochi,sicuramente era uno degli astri nascenti del calcio,purtroppo i continui infortuni ne hanno pesantemente condizionato la carriera,soprattutto nel nostro campionato arrivato dopo un grave infortunio.
Ma conosciamolo meglio l'ex promessa della Stella Rossa,Dragan, per gli amici Pixie, come il topolino del celebre cartone animato, come molti slavi ha grande estro. Il suo però è di parecchio superiore alla media, esordisce nemmeno maggiorenne nel Radnički e poi a 21 anni passa allo Stella Rossa, principale squadra del paese. Sin dalla prima stagione si dimostra un crack: 17 reti il primo anno, poi 15, 12 e 10. Fa incetta di titoli, vince per due volte il premio come miglior jugoslavo dell'anno, trascina i suoi al titolo. Siamo nell'autunno 1988 e in Coppa dei Campioni lo Stella Rossa viene sorteggiato per il secondo turno col Milan. All'andata a San Siro segna la rete dell'illusorio 1-0, prima che Virdis pareggi immediatamente. Il ritorno al Marakana di Belgrado passerà alla storia per la nebbia provvidenziale che salverà il Milan da una certa eliminazione. Si rigioca il giorno dopo, il Milan va avanti con van Basten e ancora lui, Dragan Stojkovic colpisce: è 1-1 e partita che verrà decisa ai rigori e vinta dalla squadra di Sacchi.
Nell'estate del 1990 gli italiani possono ammirare ancora il numero 10, che ai mondiali trascina la Jugoslavia ai quarti di finale: memorabile la doppietta con la quale spazza via la favorita Spagna. La rassegna iridata lo porta ad essere ingaggiato a suon di franchi dal Marsiglia di Bernard Tapie. Ed ecco che la tappa francese sarà decisiva, in modo negativo, anche per quello che succederà in Italia: Stojkovic si infortuna gravemente al ginocchio, viene operato, salta gran parte del torneo, collezionando appena 11 presenze. A fine stagione il Marsiglia, che intanto può sfoggiare grandi campioni, decide di poter fare a meno del serbo, fiutando probabilmente come l'infortunio subito ne abbia definitivamente condizionato il rendimento. Il Verona nell'estate del 1991 ritorna in Serie A dopo un anno di purgatorio: il giovane presidente Stefano Mazzi decide di fare un regalo ai tifosi scaligeri sganciando ben 10 miliardi di lire e portando in Veneto il grande fantasista. Con lui dietro la promessa Florin Raducioiu e la rivelazione dell'anno prima Claudio Lunini i tifosi sognano. Invece va a finire come i dirigenti marsigliesi avevano immaginato: il giocatore è costante vittima di infortuni, sta a lungo fermo ai box. Cade, si rialza e ricade. Quando gioca non incanta, ha l'occasione di sbloccarsi sotto rete calciando i rigori ma riesce a sbagliarne due su due. Alla fine segna un gol, a stagione praticamente compromessa, contro l'Ascoli. Come se non bastasse oltre a Stojkovic sono ben altri a fallire, come lo stesso Raducioiu, capocannoniere della serie "Questo lo segnavo anch'io" riservato ai giocatori capaci di mangiarsi il maggior numero di facili occasioni da gol. Il Verona torna mestamente in Serie B e oltre il danno esce fuori la beffa. Sì, perché gli scaligeri prima di prendere Stojkovic avevano in mano un giovane argentino che sarebbe costato in tutto tre miliardi. Affare che non si fece più perché all'epoca si potevano tesserare solo tre stranieri e con lo svedese Prytz già in rosa e il rumeno Raducioiu già preso per il terzo posto si scelse il campione affermato Dragan Stojkovic al posto della scommessa argentina. Il presidente Mazzi dichiarò ai giornali dell'epoca: "Avevamo in mano il contratto, mancava solo la firma. Ma non era ancora quello che poi ha fatto meraviglie alla Coppa America". Il giocatore in questione si chiamava Gabriel Omar Batistuta, che da lì a poco sarebbe diventato proprio il capocannoniere della manifestazione sudamericana, facendo innamorare i Cecchi Gori che lo portarono a Firenze. 
Dopo quella disgraziata stagione per il Verona di Fascetti, chiusa con una brutta retrocessione anche ilo serbo venne rispedito al mittente torno in quel Marsiglia che riuscii nell'impresa di battere il Milan nella finale di coppa campionie l'anno dopo esattamente nella primavera del 1994 si trasferiì in Giappone,firmò per il Nagoya Grampus Eight, squadra militante nella J-League, allenato da Arsène Wenger assistito da Gary Lineker. Rimase per sette stagioni con la formazione giapponese per poi ritirarsi dal calcio giocato nel 2001. Con il Grampus Eight Stojković mise a segno 57 gol in 183 partite. Fu nominato MVP della J-League nel 1995.
Stojković totalizzò 84 presenze e 16 gol con le maglie della Jugoslavia e della Serbia-Montenegro. Con la prima giocò ad Euro 84 e alla Coppa del Mondo 1990, con l'ultima giocò alla Coppa del Mondo 1998 e ad Euro 2000. Appena ritiratosi divenne presidente della Federazione calcistica della Serbia e successivamente della Stella Rossa Belgrado.

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